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Sapone di Marsiglia all’olio di oliva

La tradizione di fabbricazione dei saponi all’olio di oliva è una delle più antiche nel bacino del Mediterraneo, e la veloce diffusione che ebbe grazie ai traffici ed ai commerci nel mare interno rese in poco tempo questo prodotto altamente desiderato e venduto.

Nell’area di Marsiglia le tecniche produttive del sapone provenienti dal Medio Oriente favoriranno un industria locale di cui ancora oggi si mantiene la tradizione, sebbene con l’avvento della chimica i saponi artigianali abbiano in parte perso la loro capacità di essere competitivi sul mercato.

L’olio d’oliva utilizzato era quello proveniente dalla regione, affacciata sulla costa mediterranea, e le tecniche erano le stesse della fabbricazione del celebre sapone di Aleppo in Siria, uno dei più antichi al mondo.

Si cuoceva l’olio per diverse ore miscelandolo con parti precise di soda ed acqua, in seguito lo si poneva in stampi e lo si riduceva a blocchetti per la vendita. La colorazione originale del sapone non era quella chiara che siamo abituati oggi ad associare ai blocchi di sapone di Marsiglia venduti sul mercato, ma verde.

A Marsiglia le fabbriche di sapone fioriranno per lungo tempo, e l’attività sarà così importante da essere anche regolamentata, soprattutto sugli ingredienti di base da utilizzare, rigorosamente olio di oliva.

Nel corso del tempo tuttavia l’olio di oliva sarà sostituito da oli meno preziosi, come l’olio di palma e di copra, e quindi la purezza originale del sapone di Marsiglia si andrà piano piano perdendo.

Sapone di Aleppo, all’olio di oliva

Il sapone di Aleppo rappresenta uno di quei prodotti che hanno da sempre accompagnato la storia dell’uomo nel bacino mediterraneo. La sua origine si perde infatti nella notte dei tempi, e persino nella civiltà assiro babilonese si trovano tracce della sua presenza.

Il sapone di Aleppo è costituito esclusivamente di olio di oliva, al quale, in funzione cosmetica ma anche per le proprietà distensive ed emollienti viene aggiunto un olio essenziale ricavato dalla bacche di alloro.

La procedura di produzione del sapone di Aleppo rispetta ancora i tempi i ritmi e le modalità della tradizione, cuocendo a fuoco lento l’olio di oliva per diversi giorni a fuoco molto basso, aggiungendo la soda è, una volta raggiunta la consistenza pastosa, l’olio delle bacche di alloro. Una volta messo negli stampi e lasciato ad essiccare il sapone è pronto per essere distribuito.

La sua fama non deriva solo dalla morbidezza della schiuma e dal profumo, ma anche dalle sue proprietà cosmetiche e curative.

Da sempre viene infatti utilizzato non solo come detergente, applicabile anche sui capelli, ma anche come trattamento naturale per alcuni disturbi dermatologici, come allergie, eczemi e persino la psoriasi.

E’ la presenza dei principi attivi dell’alloro che favoriscono questo aspetto terapeutico, perchè contribuiscono a rendere la pelle maggiormente distesa e ad aprire i pori, lasciando la pelle meglio ossigenata.

Con il sapone di Aleppo si possono inoltre preparare ottime maschere cosmetiche per il viso, è utilizzabile anche come morbido sapone da barba e come repellente per insetti e tarme.

La carie dell’ulivo

La carie dell’ulivo, chiamata anche lupa dell’ulivo, è una grave malattia che colpisce la pianta di ulivo, capace di bloccarne lo sviluppo e la crescita e portandola al totale deperimento.

E’ provocata da una serie di funghi che si sviluppano in quei punti della pianta che non sono protetti dalla corteccia, per esempio i tagli delle potature, oppure le crepe e le ferite provocate dal gelo.

La colonia fungina si sviluppa dalla ferita, ed il suo lavoro è riconoscibile dal fatto che la polpa dell’albero diventa friabile e priva di consistenza. I funghi continuano il loro sviluppo, andando a pregiudicare la salute della pianta che non riesce a crescere con la giusta armonia, e provocando così una produzione stentata sia di fogliame che di frutti.

Non esistono in commercio prodotti che possano contrastare chimicamente il fungo, una volta che esso ha attecchito, per cui l’unico metodo disponibile è quello di rimuovere la parte di legno attaccata dai funghi fino a che non si trova la polpa sana.

Rami e scarti devono essere accuratamente eliminati per evitare il contagio su altre piante.

E’ particolarmente importante la prevenzione per evitare la caria dell’ulivo: quando si effettua la potatura proteggere le ferite lasciate aperte, proprio per evitare che queste offrano il fianco all’attacco fungino.

Per questa ragione sono disponibili in commercio dei mastici appositi che si devono applicare sulle ferite.

Olio di oliva per i capelli

L’olio di oliva non ha solo eccezionali proprietà nutritive, ma è anche un ottimo cosmetico. E d’altronde durante l’antichità è stato proprio questo il primo motivo per cui esso veniva utilizzato, prodotto e commercializzato, e ciò molto prima di diventare uno tra i complementi più importanti nella cucina e nella dieta mediterranea.

Ancora oggi, nei paesi del bacino mediterraneo è facile trovare saponi ed altri cosmetici prodotti in maniera artigianale la cui base è l’olio di oliva, magari profumato con spezie, fiori ed aromi.

Una delle applicazioni più antiche dell’olio di oliva è sicuramente come cosmetico e nutriente dei capelli.

Antiossidanti e fitosteroli presenti quando la spremitura dell’olio viene fatta a freddo, sono tra le componenti che ne fanno un ottimo elemento nel trattamento e la cura dei capelli, grazie alla loro azione antiossidanti che aiutano a contrastare la formazione dei radicali liberi.

Un metodo semplice e rapido di ottenere un cosmetico per i propri capelli è quello di miscelare l’olio di oliva con qualche goccia di essenze profumate a piacere, lasciar riposare ed applicare sui capelli inumiditi due cucchiai del preparato, leggermente tiepido e massaggiare ripetutamente.

Un ottimo rimedio per nutrire i capelli, renderli più pieni e lucidi e più resistenti allo stress cui sono sottoposti nella vita quotidiana.

Leptonecrosi

La leptonecrosi è una malattia che occorre alla pianta dell’ulivo quando questa si trova su un terreno povero di boro.

Questa sostanza chimica solitamente è presente in quantità sufficiente nel terreno, ma talvolta può accadere che, a causa con l’interazione con altre sostanze chimiche, come per esempio calcio e magnesio, talvolta esso non sia assimilabile dalla pianta in maniera sufficiente.

Il disturbo nella pianta si nota nel periodo di maggio, quando nelle parti più esterne della pianta i rametti assumono un aspetto tipico, detto “a palmetta”, e le foglie cominciano ad assumere una forma irregolare. In seguito il male progredisce facendo seccare i rami.

Un fenomeno che può essere oltremodo pericoloso perchè i rami indeboliti lasciano spazio all’aggressione di parassiti e funghi, che concorrono a peggiorare la situazione.

Anche i frutti, durante l’estate manifestano i sintomi del disturbo, seccandosi e pregiudicando in questo modo la raccolta.

Essendo una carenza di carattere chimico, che in genere si avvera con più probabilità in caso di terreno con PH superiore a 7,5, la leptonecrosi si combatte e si previene analizzando il terreno, e ripristinando qualora fosse insufficiente, il boro, sia nel terreno sia come irrorazioni all’apparato fogliare nei periodi antecedenti il processo di fioritura.

Eventuali rami disseccati e morti vanno assolutamente eliminati per evitare che essi offrano un punto di approdo ad ulteriori agenti nocivi.

Malattie dell’olivo: cotonello

Il cotonello è un minuscolo insetto della famiglia dei rincoti psillidi, il cui nome volgare, con cui è più facilmente conosciuto, deriva dal modo con cui manifesta la sua presenza sulla pianta, caratterizzata appunto dall’apparire di piccoli batuffoli lanosi che si sviluppano prevalentemente sulla cima dei germogli giovani posti sulla parte esterna della chioma.

E’ una delle malattie e delle infestazioni dell’ulivo che desta meno preoccupazione da un punto di vista del danno che provoca, perchè la sua presenza, pur andando a danneggiare i giovani frutti, è anche contrastata ampiamente dai tanti nemici naturali, in particolare alcune specie di coleotteri, e da altri insetti che lo parassitano.

Per questa ragione generalmente non lo si combatte con composti chimici o insetticidi, ma ci si limita ad evitare che esso possa trovare un ambiente favorevole al suo sviluppo.

Risulta quindi efficace in primo luogo eliminare il più possibile quei punti in cui la pianta offre un ambiente umido, dove esso si sviluppa e si moltiplica più facilmente.

E’ anche questa la ragione per cui nei climi più aridi ed asciutti l’attacco dell’insetto spesso termina con l’avvento della stagione più calda.

Il danno maggiore che può provocare l’insetto è provocato sia dall’adulto che si insedia sui giovani germogli, e dalle larve che attaccano i frutti nel periodo del loro primo sviluppo.

In questo modo, se l’attacco è massiccio, la produzione della pianta potrebbe venirne pregiudicata.

Punteruolo dell’ulivo

Il fleotribo, noto anche come punteruolo dell’ulivo, è un coleottero che non supera i 2-2,5 centimetri di lunghezza, e costituisce uno dei parassiti più comuni negli alberi d’ulivo, soprattutto in quelli che sono meno in salute, per esempio danneggiati da una gelata oppure da un periodo di lunga siccità.

Il coleottero utilizza infatti le parti dell’albero in cui risulta più ridotta la circolazione della linfa.

Nella corteccia prevalentemente la coppia di coleotteri scava una galleria, che ha un duplice scopo, da un lato rappresenta la camera nuziale, dove avverrà l’accoppiamento, ed in seguito, grazie ad un ulteriore prolungamento il coleottero appronta la camera dove verranno depositate le uova.

Il danno alla pianta è determinato in due diversi periodi dello sviluppo dell’insetto. Questo infatti, allo stato di larva, attacca, mangiandolo il legno, continuando a scavare gallerie che contribuiscono ulteriormente a danneggiare e ad indebolire la pianta già provata.

Appena giunti alla fase adulta il punteruolo è molto più vorace , e quindi in grado di attaccare anche le parti sane della pianta, come i rami più giovani e robusti, nei quali essi scavano le loro gallerie.

Per combattere il punteruolo il metodo migliore consiste nel mantenere la pianta in stato di salute ottimale, procedendo quindi ad eliminare da questa parti danneggiate o indebolite, che dovranno poi essere accuratamente bruciate, perchè i rami secchi e morti possono essere ricettacolo di una nuova generazione di parassiti.

Olio di oliva aromatizzato

L’olio di oliva, anche extravergine, è l’ideale da utilizzare in cucina, soprattutto per il suo gusto, e per le sue proprietà terapeutiche e salutari.

Ed è anche ideale per creare a proprio piacimento una infinita gamma di oli aromatici, che possono essere utilizzati per insaporire ulteriormente i propri piatti.

Sebbene sia possibile creare oli aromatizzati anche senza l’olio di oliva questo, e di buona qualità, è decisamente l’ideale, sia dal punto di vista del rendimento finale sia per le proprietà che esso offre.

Celebre ed ampiamente diffuso è l’olio aromatizzato al peperoncino, utilizzato per insaporire la pizza e dare un tocco di piccante al condimento della pasta.

Altrettanto conosciuto è l’olio aromatizzato all’aglio, e quello profumato con diversi tipi di spezie, dalle erbe aromatiche alle spezie meno comuni ed esotiche, come il coriandolo o lo zenzero.

Solitamente per avere un’ottima resa, ed evitare fermentazioni o muffe, è meglio utilizzare piante e spezie essiccate, anche se talvolta, e se utilizzato spesso, anche ingredienti freschi possono essere altamente utilizzabili.

Per il peperoncino fresco per esempio, il consiglio è quello di tritarlo insieme a del sale grosso e lasciarlo riposare una settimana prima di immergerlo nell’olio, per evitare che l’eccessiva umidità dei frutti possa rendere in poco tempo inutilizzabile l’olio aromatico a causa dei processi di fermentazione.

La fantasia e la sperimentazione sono sicuramente le strategie vincenti, sia nel valutare dosi e quantità necessari di ingredienti che si aggiungono all’olio, sia per valutare la durata dell’olio nel tempo.

Oziorrinco

L’oziorrinco, Otiorrhynchus cribricollis il nome scientifico, è uno dei parassiti più comuni e fastidiosi per diverse colture, non solo per ulivo e vite, ma anche diversi alberi da frutto e piante ornamentali.

Il danno che apporta il piccolo coleottero è duplice, perchè sia allo stadio larvale sia in quello adulto esso si nutre della pianta.

Nella fase larvale sono le radici ad essere attaccate, ed in questo caso il danno che provoca alla pianta dell’olivo non è così serio come per altre piante meno robuste.

Nella fase adulta invece l’insetto è particolarmente dannoso perchè la sua attività principale è quella di nutrirsi delle giovani foglie.

Un danno che se nelle piante ornamentali può essere anche solo di carattere estetico, va anche a compromettere la capacità della pianta, che vede ridotta la sua superficie fogliare, di attuare in maniera efficiente la fotosintesi, pregiudicando così la crescita della chioma.

L’insetto attacca anche i germogli ed i piccioli di frutti e foglie, che possono così cadere anzitempo.
La lotta all’oziorrinco viene effettuata attraverso trattamenti chimici, meccanici e biologici.

Per i primi si utilizzano insetticidi a base di fosforo (esteri fosforici), somministrati sia sui rami giovani sia, soprattutto alla radice, nel tentativo di eliminare larve ed insetti adulti che trovano lì il loro rifugio.

La lotta meccanica consiste nel piazzare delle bande adesive intorno al tronco, per intrappolare l’insetto che attraverso il tronco raggiungono l’apparato fogliare.

La lotta biologica viene invece effettuata con l’utilizzo di parassiti dell’insetto che attaccano e distruggono le larve.

Olio di oliva e dieta mediterranea

Nella dieta mediterranea sicuramente l’olio di oliva rappresenta uno dei capisaldi. Sebbene le sue caratteristiche terapeutiche e nutritive siano conosciute dall’uomo sin da epoche remote, è solo negli ultimi trent’anni che la dieta mediterranea e l’olio di oliva che ne costituisce uno degli ingredienti base sono diventati oggetto di studi e ricerche da parte della comunità scientifica internazionale.

L’accresciuto interesse per le proprietà dell’olio di oliva sono anche state stimolate dal preoccupante aumento di disturbi e malattie legate all’alimentazione non salutare, per esempio quella basata su prodotti alimentari elaborati industrialmente.

Obesità, malattie del metabolismo, malattie cardiache sembrano tutte strettamente legate ad una dieta che sempre più rinuncia a quei prodotti della natura che meglio potrebbero preservare il corpo, frutta, verdura, e, naturalmente olio di oliva.

In effetti molte popolazioni dell’area mediterranea risultano non solo più longeve, ma anche meno affette da quei disturbi che invece, soprattutto nei paesi anglosassoni, sono oggi diventati una vera piaga sociale.

Proprietà antiossidanti, dovute alla presenza nell’olio di oliva spremuto a freddo, a cui si aggiungono quelle di protettore dello stomaco, con una grande efficacia anche nel trattare le ulcere, di regolatore delle secrezioni biliari nel fegato, e di contrasto alla crescita del colesterolo cattivo. Conosciute ed apprezzate anche le proprietà lassative e quelle cosmetiche.

Un alimento naturale, sano e salutare che non dovrebbe quindi mai mancare sulla tavola ed in cucina.