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L’olio di oliva ha praticamente accompagnato la cultura dell’intero mondo occidentale fin dall’antichità, ed è menzionato in quasi ogni testo sacro, dal Tigre e all’Eufrate nella prima civiltà mesopotamica. Furono i Fenici che portarono dall’Africa in Europa l’uso della lampada ad olio, la quale, in seguito, attraverso le colonie greche dell’Italia meridionale, giunse in Puglia; i pugliesi erano grandi estimatori dell’olio d’oliva e lo consideravano notoriamente un prodotto pregiato per l’alimentazione, per la cosmesi, per la medicina e per l’illuminazione.
L’olio di oliva infatti è un autentica spremuta di olive sane, completamente naturale, senza additivi ne’ conservanti. Non ha subito alcun processo di raffinazione e le sue proprietà sono benefiche per la salute e per l’alimentazione giustificando ampliamente il prezzo di questo prodotto, che è un vero e proprio regalo della natura.
A differenza dell’olio extravergine di oliva, ottenuto solo con procedimenti meccanici, e che può avere acidità massima dello 0.8%, l’olio di oliva ha acidità superiore allo 0,1% : l’ olio di oliva non è altro un olio raffinato con l’aggiunta di una percentuale di olio extravergine o olio vergine. Lo si trova spesso nelle conserve così diffuse in Puglia (tonno, sott’oli) ma più di tutto l’olio di oliva ha molte sostanze benefiche per la salute. I nutrizionisti continuano a valorizzare l’ olio d’oliva per il suo alto contenuto di elementi salutari, i grassi monoinsaturi, come l’acido oleico e polifenoli. Fonte di acido oleico, acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili che incidono positivamente sull’assetto lipidico dell’organismo, ha un’azione benefica anche su pancreas e fegato, oltre a migliorare lo stato di salute generale del sistema nervoso. Come grasso di cottura, è un eccellente prodotto per la salute del cuore. Come un puro prodotto naturale, è ricco di proprietà molto salutari e grande alleato nella lotta contro il colesterolo.
In Puglia, per tutelare questo patrimonio di valori e per garantire la qualità e la genuinità del prodotto molte aziende agricole, si trovano riunite in consorzi, i cui importanti sostenitori nelle sue molteplici attività sono: la Provincia di Bari, la Regione Puglia, la Camera di Commercio di Bari, la Banca Popolare di Puglia e Basilicata e numerosi Comuni della Provincia.
L’olio d’oliva è chiamato anche oro verde: è senza dubbio, il più naturale di tutti gli oli, e per questo usato anche in cosmetica; tutti gli anni, in novembre, gli agricoltori consorziati sono al lavoro per fornire al più presto l’olio migliore per la lavorazione cosmetica. Gli oli scelti sono raffinati, manipolati, trattati a livello chimico-fisico per migliorarne la trasparenza, le caratteristiche olfattive e la stabilità. Così trasferiscono alla pelle tutti i benefici che questo prezioso principio attivo contiene per nutrire e idratare l’epidermide.

Crolla in Italia la produzione dell’olio nel 2014, prezzi in aumento

Crolla in tutto il mondo il mito italiano degli ulivi, che la storia dell’uomo ci ha consegnato come simbolo di resistenza, pace, saggezza: è diminuita la produzione di olio di oliva per effetto della riduzione dei raccolti e questo sul mercato avrà grandi ripercussioni, corrispondendo a un forte aumento dei prezzi dell’extravergine. La quotazione di un quintale d’olive oggi si aggira intorno ai cento euro e questo significa che l’olio d’oliva costa una euro al chilo, in un momento in cui la qualità non è quella delle annate migliori. Ma la produzione è diminuita anche in Spagna, che sofferto per le scarse precipitazioni in Andalusia, la principale regione produttrice.

Albero di Ulivo secolare

In Italia ci sono oltre 300 diverse varietà di olive, ognuna con una propria storia, peculiarità, fisionomia in termini di gusto, sapore e qualità organolettiche; ogni territorio olivicolo ha una propria specifica tradizione e porta sul mercato un prodotto che si differenzia dagli altri. Venti anni fa l’Italia era il primo produttore al mondo, poi è diventata seconda, e quest’anno scenderà ancora di più, il raccolto si prevede infatti abbondante in altri Paesi, per esempio in Grecia.

In Italia, l’estate piovosa, le temperature altalenanti, forti grandinate, trombe d’aria che hanno sradicato olivi, hanno minato la qualità di moltissime coltivazioni di olive, il simbolo dell’intero Mediterraneo, stroncando fioriture, dimezzando le alligagioni, alterando le invaiature. Ci sono altri danni, meno spettacolari ma altrettanto gravi, come i corsi d’acqua ostruiti dalle costruzioni che riversano nelle città le acque piovane che non possono più defluire naturalmente verso il mare. Non da ultimo la responsabilità di una minore produzione olivicola è anche di una ‘mosca olearia’ che quest’anno ha distrutto molti raccolti a causa dell’elevata umidità. Insieme a questi fattori c’è anche da dire che la salute degli ulivi è peggiorata: se da una parte è vero che le malattie degli olivi sono sempre esistite, a fare la differenza è la capacità di resistere all’attacco, e oggi gli olivi risultano fortemente indeboliti: i pesticidi come è noto abbassano le difese immunitarie delle piante.

ulivo-olioPer quanto le aziende olearie fossero abituate ad affrontare situazioni di emergenza (tanto che negli anni hanno sviluppato una grande esperienza nell’accostamento di oli diversi per ottenere prodotti di qualità attraverso l’arte del blending o miscelazione), insieme all’olio crollano certezze, viene meno un mito, un fondamento identitario. La stagione nera dell’olio ha colpito la Liguria, ove per avere nuovamente le gustose olive in salamoia, famose non per strategie di marketing ma proprio per la loro bontà, bisognerà aspettare il 2016. Ha colpito la Toscana, ove lo scenario 2014 dell’oro giallo, pilastro dell’economia, oltre che simbolo della qualità del territorio, è drammatico a causa della Bactrocera, infida mosca che ha fatto marcire le olive sui rami. Ha colpito l’Umbria dove il picco di sole nei momenti decisivi della fioritura ha compromesso i raccolti. In Puglia, in particolare in Salento, si prevede il calo più sensibile: qui, dove la quantità fa il paio con la qualità, molte aziende soffriranno per una stagione partita male anche perchè la regione è stata colpita dal flagello del batterio killer della Xylella, soprattutto nel leccese, che ha aggiunto, ai danni del clima, un ridimensionamento delle rese fino al 50%.

Ora il rischio è la concorrenza del prodotto straniero soprattutto di Grecia e Tunisia, ma anche dal Nord Africa e dal Medio Oriente: le importazioni di olio di oliva sono aumentate (si teme giungeranno a un valore pari al doppio di quello nazionale) ma la mancanza di trasparenza in etichetta ne impedisce il riconoscimento, non permettendo ai consumatori scelte di acquisto consapevoli. I consumatori dovrebbero prestare molta attenzione all’etichetta, e scegliere una delle 43 designazioni di origine riconosciute dall’Unione Europea. Solo dal 13 dicembre 2014, entrerà in vigore la nuova etichettatura europea dell’extravergine, che fornirà informazioni più trasparenti, garantendo così maggiore libertà di scelta.

Il mercato rischia da un lato di essere invaso dalle produzioni che non rispondono agli standard qualitativi e di sicurezza alimentare, ma il rischio è anche costutito dalle truffe, perchè aumenteranno le produzioni contraffatte, nonostante l’Italia abbia moralizzato il settore per contrastare le frodi e le falsificazioni. Occorre dunque più che mai applicare le importanti modifiche alla disciplina introdotta dalla legge salva-olio approvata nel febbraio 2013, che prevede severe misure di repressione e contrasto alle frodi e di valorizzazione del vero “Made in Italy”. L’olio extra vergine italiano possiede il primato della qualità e questo non è avvenuto per caso.

Per contrastare il crollo della produzione dell’olio, soprattutto serve non affidarsi più a “quello che facevano i nonni” ed avere coraggio; occorre che i controlli siano stringenti su tutti gli anelli della filiera, anche se ciò corrisponderà ad un più gravoso impegno economico. Ma ci sono tutte le condizioni per formulare una serie di iniziative di grande spessore, a cominciare proprio da una politica di filiera, per rimettere l’Italia al centro della olivicoltura internazionale, come è sempre accaduto in passato.

Strada dell’Olio, turismo in Grecia

La storia dell’ulivo è molto antica.
Al di là delle leggende della mitologia greca che vedono la nascita dell’ulivo attribuita alla dea Atene, pare che seimila anni fa, popolazioni della Siria e della Palestina “addomesticarono” una pianta selvatica in una specie domestica: l’ulivo. Da qui si diffuse nelle colline dell’Anatolia e poi alla Grecia, per poi colonizzare tutte le regioni affacciate sul Mediterraneo.

In Grecia esistevano molti e fiorenti oliveti; particolarmente ricca ne era l’Attica e soprattutto la pianura vicina ad Atene.
I Greci conoscevano diverse varietà di olivi selvatici cui davano nomi diversi: agrielaìa, kòtinos, phulìa; crescevano nei luoghi rupestri, e dai minuscoli frutti si traeva un olio amaro.
L’olivo esigeva numerose e costose cure, ma i proprietari degli oliveti erano ben ripagati dei loro disagi: non solo la cucina, ma anche i bagni, i giochi, i ginnasi e persino i funerali, esigevano l’impiego di grandi quantità di olio.

Un colore splendido, un gusto prelibato

Oggi la Grecia, con le sue produzioni a conduzione familiare, dopo l’Italia e la Spagna, è il maggior produttore di olio d’oliva: si stima che la Spagna, l’Italia e la Grecia insieme producono insieme il 75% dell’olio d’oliva nel mondo, e il 95% dell’olio d’oliva in Europa.
Il Paese che fa maggior uso di olio d’oliva è la Grecia, con circa 26 litri pro capite all’anno, mentre in Italia e in Spagna circa 14 litri.

Nell’isola greca di Santorino è stato rinvenuto un interessante frantoio di pietra di lava, molto antico, molto interessante da visitare, soprattutto per i turisti in vacanza all’insegna delle antiche culture. I frantoi più antichi comunque sono stati trovati in Palestina.
Ancora oggi a Santorino la potatura inizia quindici giorni prima dell’equinozio di primavera, viene perpetuata poi per quarantacinque giorni, e infine si ha la raccolta di ottime olive, possibile da novembre a marzo, in base all’uso del prodotto finale.
Risalendo l’antica “strada dell’olio” si rinvengono reperti archeologici relativi alla lavorazione delle olive, anche nell’isola di Creta, che anche per questo risulta una meta molto ambita per gli amanti del turismo eno-gastronomico. Oggi, durante il periodo della raccolta delle olive, le raffinerie di Creta lavorano ininterrottamente per assicurarsi che le olive vengano pressate appena raccolte: oltre il 90% della produzione, riguarda olio di oliva extra-vergine.

Numerosi sono i turisti che accorrono alle varie sagre gastronomiche e manifestazioni culinarie in onore dell’olio e delle olive, in Grecia: degustazioni, musica, assaggi di eccellente olio, visite nei frantoi in lavorazione… Le sagre servono per celebrare questo prodoto tipico del Paese, le cui campagne sono ricche di uliveti che garantiscono la produzione di un olio d´oliva puro, incontaminato e gustoso. Accanto a queste sagre, non manca mail il mercatino dei Prodotti Tipici a cui partecipano tutti, e si svolge con l´apertura di numerosi stand gastronomici nei quali sarà possibile degustare le bruschette con l´olio extravergine d´oliva e pranzare con spaghetti con aglio, olio e peperoncino e vino locale.

Alberi di ulivo e muretti a secco nel Salento

In estate, in Salento, i grilli cantano e le lucertole sono numerose tra i sassi aridi; in mezzo a prati fioriti e profumati di aneto, assenzio e camomilla, ove le case sono sparse, circondate di orti e bassi muretti a secco, gli olivi secolari si stendono all’orizzonte.
L’aria è pulita e profumata dai fiori della macchia mediterranea e piante di ogni tipo colorano sentieri, prati e boschi. E’ qui che infiniti filari di olivi fanno da sfondo affacciati di fronte ad uno splendido panorama.

La cultura dell’olio domina anche il panorama gastronomico del Salento come ricorda, e ne verrà nominata solo una fra le tante, la sagra “La volia cazzata” (sagra dell’oliva schiacciata) a Martano, che avviene da oltre 20 anni ad ottobre, periodo di raccolta appunto delle olive: tratta prodotti alimentari tipici del Salento, in particolare promuove l’olio salentino ed il consumo delle olive preparate secondo ricette tradizionali con numerose varianti dedicate ai palati piu esigenti.
Le olive da tavola nere sono trattate per arricchire il sapore come le cosiddette olive di Gaeta tenute in acqua, poi sotto sale, poi di nuovo in acqua per essere conservate in una leggera salamoia, o le olive Baresane dolcificate con calce o soda caustica. Si troveranno le olive prive del nocciolo, olive aromatizzate con spezie, peperoncino, arancia, olive trattate destinate alla preparazione di patè d’olive da utilizzare sulle bruschette o nella preparazione di salse.

Laddove l’enogastronomia si alterna ai riflessi argentati degli olivi, si ergono muretti a secco, di quelli che segnano i confini dei pascoli, di quelli in cui serve disporre le pietre una sull’altra, assicurando ad esse la necessaria stabilità, senza ricorrere a leganti.
Nel silenzio della campagna disseminata solo dagli olivi secolari, solo i muretti a secco testimoniano dell’opera dell’uomo su queste splendide terre salentine; cingono orti, masserie e piccole fattorie e fino al secolo scorso era l’unico modo con cui si poteva fare: i muretti a secco venivano utilizzati solitamente per delimitare i confini di una proprietà o di un podere, oltre che per la realizzazionie di muri di sostegno o di terrazzamento per terreni scoscesi.

Ville e masserie in Salento uniscono elementi tipici dell’antico Salento con il più moderno comfort, per offrire ai turisti un ambiente dal fascino unico ed esclusivo. Eleganti giardini fioriti affacciati direttamente sulle distese di olivi secolari, limitati da muretti a secco, creano sempre l’ambiente ideale per un incantevole soggiorno.

Concimazione olivo

L’olivo (Olea europea) è una pianta sempreverde dalle foglie persistenti, alta dai 3 ai 15 metri, e, allo stato selvatico, comincia a fruttificare dopo un lungo periodo giovanile conservando per molti anni una buona produzione.
La resa di un sol albero, se ben concimato, va da 15 a 40 chili di olive (corrispondendi da 3 a 8 chili di olio).

L’olivo è in grado di sopravvivere anche in terreni poco ricchi, e ambienti aridi; tuttavia in particolari momenti del suo ciclo vegetativo è importante che disponga di una concimazione adeguata un apporto idrico sufficiente, soprattutto in primavera (fioritura e allegagione) e in estate (ingrossamento del frutto e indurimento del nocciolo).
Una buona concimazione primaverile favorisce fioriture rigogliose con produzioni abbondanti e prolungate di olive intensamente saporite.

L’olivo, per rese alte ha bisogno di molti elementi nutritivi che trova nel terreno e che assorbe disciolti dall’acqua, alcuni dei quali sono sufficienti anche solo in tracce, come ferro, manganese, zinco, rame, ecc. Le sostanze assorbite dalle coltivazioni di olivi, vengono sottratte alla terra che ogni anno, con le colture, si impoverisce degli elementi più importanti, non lasciandone per gli anni a venire.
La nutrizione dell’olivo dipende dalla capacità di assimilare gli elementi presenti in soluzione nel suolo: molto importante per l’olivo è l’azione dell’azoto (per fare nuovi germogli) , del fosforo ( che aiuta la pianta nella fioritura e durante la maturazione del frutto) e del potassio, in quantità in rapporto ottimale di 3:1:2. E’ stato infatti stimato che 1 quintale di olive asporta mediamente dal suolo 900 g. di azoto, 200 g. di anidride fosforica e 100 g. di potassio.
Fornendo all’olivo le sostanze ed i minerali necessari al processo di germogliazione e rettificando il rapporto di quelli contenuti nel terreno o integrandoli se presenti in quantità insufficiente, si otterranno ottime rese.

L'olivo, caratteristica pianta dele paesaggio salentino

Antico e positivo è l’uso dei concimi organici (letame, sovescio di leguminose ecc.) che possono fornire numerosi microelementi, migliorando contemporaneamente la permeabilità del terreno e le proprietà fisiche del suolo.
Anche i concimi chimici vengono usati per la concimazione dell’olivo: perfosfato, solfato ammonico, urea e il nitrato di calcio che contiene il calcio e serve a correggere terreni acidi.

Da ricordare che l’alternanza biennale della produzione delle olive, dipende da fattori quali irrigazione, potature, raccolta: sono fattori collegati allo sviluppo annuale della pianta. Una maggiore carica di frutti avviene con minor accrescimento di germogli e quindi minor fruttificazione nell’anno successivo.

Olio biologico

L’olio extravergine d’oliva fa bene alla salute contenendo innumerevoli sostanze importanti come l’acido oleico e i polifenoli.
Un olio non contaminato da pesticidi, concimi chimici, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi, ormoni, Organismi Geneticamente Modificati (OGM), antiparassitari (che passano direttamente dall’oliva all’olio), viene definito “olio biologico” ed è un olio ideale per il consumatore attento sia alla propria salute che alla salvaguardia dell’ambiente.

L’agricoltura biologica dell’olio è un metodo di produzione agricola che ha come principali obbiettivi la produzione di olii sani e di elevata qualità, la salvaguardia dell’ambiente e l’aumento della fertilità dei terreni. Certo inizialmente l’agricoltura biologica dai produttori di olio non è stata vista di buon grado, perché prodotti chimici, diserbanti e pesticidi avevano portato ad un aumento considerevole della produzione agricola; poi si è compreso che un olio biologico si preoccupa anche del consumatore, sempre più attento ai temi di salute e natura; infine l’introduzione di incentivi ha contribuito notevolmente allo sviluppo di questo settore che, altrimenti, a causa delle eccessive spese, avrebbe un tornaconto relativamente basso, pur rimanendo alti i prezzi.

Alla difesa delle colture di olivi, per produrre un olio biologico si provvede in via preventiva, selezionando specie resistenti alle malattie; in caso di necessità, si interviene con sostanze animali quali insetti utili che predano i parassiti (espressamente autorizzati da Regolamento Europeo). Si usano fertilizzanti naturali come il letame e si incorporano nel terreno piantine appositamente seminate, come trifoglio o senape; si usano minerali naturali per correggere struttura e caratteristiche chimiche del terreno.
Anche la fase finale di imbottigliamento ed etichettatura è regolata da norme ben precise, infatti è obbligatorio dal 1 luglio 2010 il logo europeo del Biologico.

Ma per potersi definire realmente biologico, un olio deve rispettare regole precise, che interessano tutti passaggi che servono per produrlo, dalla coltivazione degli ulivi fino all’imbottigliamento. L’ AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) fa eseguire controlli da un ente apposito che fa sopralluoghi periodici sul terreno e controlla che non vengano utilizzati prodotti chimici; i controlli saranno anche sul frantoio e sull’imbottigliamento.

Queste caratteristiche qualificano un modo di fare agricoltura innovativo, al passo con le moderne esigenze della società e dei consumatori. Il comparto delle produzioni biologiche di olio, va assumendo un crescente interesse sia per i consumatori, che cercano qualità e salubrità, sia per la maggiore sensibilità degli imprenditori agricoli verso la protezione e conservazione dell’ambiente naturale.

Oggetti in legno di ulivo

Le diverse tipologie di legno d’olivo hanno struttura differente a seconda della famiglia a cui appartengono e dell’ambiente in cui la pianta è cresciuta: le aree aride e siccitose del sud Italia ospitano spesso alberi dal legno particolarmente duro, ma molto pregiato in ebanisteria.

Il legno di olivo, si può lavorare molto bene e permette la realizzazione di numerosissimi oggetti pregiati e apprezzati per la bellezza conferitagli dall’aspetto particolare, giallastro con venature nere. A seconda dell’età della pianta, della specie e dell’area di provenienza presenta caratteristiche e aspetto lievemente differenti in compattezza, nell’intensità del colore o delle venature.

Il legno dell’olivo, nelle lavorazioni, si presenta compatto, duro, resistente alle abrasioni e che ben sopporta l’umidità; la maestria degli artigiani che utilizzano tecniche tradizionali, riesce a realizzare meravigliosi oggetti pregiati e aprrezzati. In numerose botteghe infatti si possono toccare con mano tutti gli oggetti morbidi e molto levigati, che nascono dalle sapienti mani degli esperti: numerosi sono gli oggetti intagliati per la casa, tutti perfetti, tutti meravigliosi, anche come oggetti di arredo, e rigorosamente lavorati a mano: taglieri, oliere, saliere, mestolii, posate, ciotole, portatovaglioli… L’oggetto in puro legno d’olivo sprigiona un profumo intenso che difficilmente si può confondere.

Molti soprammobili in legno d’olivo rappresentano un raffinatissimo completo di arredo. Anche oggetti d’arte sacra in legno d’olivo vengono frequentemente realizzati: calici in legno d’olivo, pastorali in legno d’olivo.
A Lugano oramai da decenni, nel periodo pasquale vene organizzata una fiera apposita di oggetti in legno d’olivo, e sugli innumerevoli stend sono esposti prodotti d’artigianato anche di inestimabile valore. Anche ad Assisi sono numerose le botteghe ove si lavora il legno d’olivo. Nella famosissima fiera di Bari, non mancheranno certo stand con prodotti in legno d’olivo.

Arredi come cassettiere, mobili da bagno risultano molto pregiati, perché il legno d’olivo non è molto semplice da lavorare: l’inchiodatura è sconsigliata, il legno presenta molti nodi e le venature spesso non seguono linee diritte. Inoltre la quantità di legno derivato da un olivo è sempre esigua perché le potature creano tensioni durante la crescita che provocano spaccature e quindi tavole di piccole dimensioni.
Essendo un’essenza densa, e data la natura del suo fusto nodoso e curvato, è molto utilizzato nella tornitura di piccoli oggetti come scatoline, pettini, elementi decorativi, scacchiere, bijotteria come ciondoli, anelli, pendenti.

Fenologia dell’olivo

La fenologia dell’olivo, con le fasi dell’accrescimento della pianta e i mutamenti climatici stagionali che influiscono su su ogni varietà, è molto importante.

C’è da ricordare che l’olivo attraversa un periodo di riposo vegetativo che coincide con il periodo più freddo, per un intervallo di tempo che dipende dal rigore del clima. In questo periodo si ha la sospensione dell’accrescimento.
Verso febbraio, però, si ha la ripresa vegetativa (o germogliamento), che dura 20-25 giorni: le gemme apicali e le gemme laterali s’ingrossano, si allungano e inizia l’emissione di nuova vegetazione di colore più chiaro.
La mignolatura inizia con il passaggio dalle gemme al fiore; l’impollinazione è anemofila cioè avviene grazie al vento. Segue l’allungamento dell’infiorescenza, con i boccioli fiorali di colore verde che iniziano a distanziarsi e rigonfiarsi; infine termina l’accrescimento dell’infiorescenza, e si nota la separazione della corolla e del calice. In questa delicata fase, cè il pericolo che la tignola attacchi le foglie scavando gallerie e compromettendo il raccolto.

Le piccole e verdissime foglie dell’olivo

Da maggio alla prima metà di giugno, secondo la varietà e la regione, inizia la fioritura, che dura 7-10 giorni e comincia con l’apertura dei fiori che porterà alla caduta degli stami e dei petali e interesserà circa il 25% dei fiori presenti; in seguito si avrà completo distanziamento dei petali per circa la metà dei fiori; infine la caduta dei petali interesserà l’80% dei fiori.

Con l’allegagione si ha l’ngrossamento dell’ovario: inizia l’accrescimento del frutto che dura 3-4 settimane; quando le drupe hanno raggiunto il 20% delle dimensioni finali, si ha l’indurimento del nocciolo a cui segue un rallentamento dell’incrementodelle dimensioni; infine avviene il secondo rapido accrescimento delle drupe per circa 2 mesi.
In condizioni di siccità le olive restano di piccole dimensioni, cadono dai rami e daranno una bassissima resa in olio. Essendo una pianta che ha bisogno di molta luce, l’olivo soffre l’ombreggiamento, producendo eventualmente una vegetazione lassa e soprattutto, una scarsa fioritura.

Da ottobre a dicembre, secondo la varietà, avviene l’invaiatura: si passa dal colore verde, al giallo paglierino, sino al colore rosso-violaceo per almeno il 50% della superficie della drupa. Eventuali piogge tardive (da fine settembre a ottobre) dopo una forte siccità estiva, possono in pochi giorni far aumentare le dimensioni delle olive in modo considerevole, tuttavia la resa in olio sarà bassissima perché l’oliva accumula soprattutto acqua.

Con la maturazione le olive assumono la colorazione tipica della cultivar. Se non raccolte vanno incontro a caduta più o meno intensa ma differita nel tempo fino alla primavera successiva. In questo periodo la resa in olio tende ad aumentare in termini relativi: il tenore in olio aumenta perché le olive vanno incontro ad una progressiva perdita d’acqua.

Sapone di Marsiglia all’olio di oliva

La tradizione di fabbricazione dei saponi all’olio di oliva è una delle più antiche nel bacino del Mediterraneo, e la veloce diffusione che ebbe grazie ai traffici ed ai commerci nel mare interno rese in poco tempo questo prodotto altamente desiderato e venduto.

Nell’area di Marsiglia le tecniche produttive del sapone provenienti dal Medio Oriente favoriranno un industria locale di cui ancora oggi si mantiene la tradizione, sebbene con l’avvento della chimica i saponi artigianali abbiano in parte perso la loro capacità di essere competitivi sul mercato.

L’olio d’oliva utilizzato era quello proveniente dalla regione, affacciata sulla costa mediterranea, e le tecniche erano le stesse della fabbricazione del celebre sapone di Aleppo in Siria, uno dei più antichi al mondo.

Si cuoceva l’olio per diverse ore miscelandolo con parti precise di soda ed acqua, in seguito lo si poneva in stampi e lo si riduceva a blocchetti per la vendita. La colorazione originale del sapone non era quella chiara che siamo abituati oggi ad associare ai blocchi di sapone di Marsiglia venduti sul mercato, ma verde.

A Marsiglia le fabbriche di sapone fioriranno per lungo tempo, e l’attività sarà così importante da essere anche regolamentata, soprattutto sugli ingredienti di base da utilizzare, rigorosamente olio di oliva.

Nel corso del tempo tuttavia l’olio di oliva sarà sostituito da oli meno preziosi, come l’olio di palma e di copra, e quindi la purezza originale del sapone di Marsiglia si andrà piano piano perdendo.

Oleaceae

Le Oleaceae, sono una famiglia di piante dell’ordine delle Lamiales, che comprende 27 generi e un numero di specie variabile da 400 a 900 a seconda degli autori. Le specie sono legnose (alberi, arbusti come il mandorlo, il ciliegio, l’ulivo) e risultano distribuite nelle regioni temperate e tropicali calde.

Le Oleacee hanno foglie generalmente opposte; i fiori sono ermafroditi con simmetria raggiata, tetraciclici (cioè con 4 parti distinte: calice, corolla, androceo, gineceo) e tetrameri (cioè con corolla e calice quadripartiti).
Il frutto può essere una drupa (con epicarpo sottile, mesocarpo carnoso, e endocarpo legnoso), una bacca (come nel gelsomino), una capsula (come in Forsythia, una pianta a fiori gialli della classe delle magnolie) o una samara alata (come nel frassino). In particolare la drupa è il frutto dell’olivo, a forma ovoidale, formata, dall’esterno verso l’interno, da epicarpo o epidermide (buccia), endocarpo (polpa), e nocciolo.

Le Oleaceae nel mondo comprendono piante di interesse economico, come l’ulivo (Olea europaea), tra i più caratteristici elementi della macchia mediterranea. L’olio di oliva è prevalentemente usato come alimento, ma anche in terapia come medicamento e cura. L’ulivo perciò non è solo “olio d’oliva” ma è anche un laboratorio vivente di sostanze chimiche pronte per essere estratte per gli usi più svariati.

Il frassino (Fraxinus), detto anche albero della manna, in passato coltivato per l’estrazione di questa sostanza, è famoso perché è il genere della famiglia delle Oleaceae che fiorisce per primo nel corso dell’anno. Il frassino appartiene alle cosiddette “latifoglie nobili”, alberi accomunati da una serie di caratteristiche per cui prediligono i suoli fertili, non sono molto diffusi e forniscono legno pregiato. Fraxinus ornus (Orniello) è tipico forestale dei boschi mediterranei soprattutto del centro e nel sud Italia, a rapido accrescimento e abbastanza longevo, con tronco poco ramificato; Fraxinus oxycarpa, è invece legato ai boschi ripali. Fraxinus excelsior è detto così dalla parola “eccelso” cioè grande, a ricordare il suo sviluppo in altezza fino a 30-40 metri

Esistono anche specie coltivate per ornamento come il lillà: questo genere comprende alcune specie di arbusti di medie dimensioni; gli esemplari adulti possono raggiungere i 2-3 metri di altezza. Esistono molte varietà ibride, con fiori dal colore bianco o viola scuro, che fioriscono in aprile, spesso anche con bordo dei petali in colore contrastante. Ai fiori seguono piccole capsule legnose, contenenti i semi.

Olio di oliva per i capelli

L’olio di oliva non ha solo eccezionali proprietà nutritive, ma è anche un ottimo cosmetico. E d’altronde durante l’antichità è stato proprio questo il primo motivo per cui esso veniva utilizzato, prodotto e commercializzato, e ciò molto prima di diventare uno tra i complementi più importanti nella cucina e nella dieta mediterranea.

Ancora oggi, nei paesi del bacino mediterraneo è facile trovare saponi ed altri cosmetici prodotti in maniera artigianale la cui base è l’olio di oliva, magari profumato con spezie, fiori ed aromi.

Una delle applicazioni più antiche dell’olio di oliva è sicuramente come cosmetico e nutriente dei capelli.

Antiossidanti e fitosteroli presenti quando la spremitura dell’olio viene fatta a freddo, sono tra le componenti che ne fanno un ottimo elemento nel trattamento e la cura dei capelli, grazie alla loro azione antiossidanti che aiutano a contrastare la formazione dei radicali liberi.

Un metodo semplice e rapido di ottenere un cosmetico per i propri capelli è quello di miscelare l’olio di oliva con qualche goccia di essenze profumate a piacere, lasciar riposare ed applicare sui capelli inumiditi due cucchiai del preparato, leggermente tiepido e massaggiare ripetutamente.

Un ottimo rimedio per nutrire i capelli, renderli più pieni e lucidi e più resistenti allo stress cui sono sottoposti nella vita quotidiana.