Il Male Oscuro, una nuova fitopatologia minaccia gli olivi del Salento

Indagini sporadiche in diversi oliveti Salentini hanno evidenziato una presenza sempre più diffusa ed esponenziale di una fitopatologia causata molto probabilmente da una evoluzione del rodilegno giallo (comunemente detta farfallina gialla o falena leopardo, zeuzera pyrina), nella zona sud-occidentale, tra gli oliveti della costa ionica, e in particolare a Parabita (dove sono stati segnalati i primi focolai della patologia), Taviano, Racale, Ugento, Melissano, Gallipoli, Casarano, Galatina, Nardò. La nuova sottospecie del rodilegno giallo, indebolendo gli olivi, ne avrebbe causato l’attacco da parte di funghi che portano a imbrunimento del legno, e da parte del batterio Pseudomonas.

albero di ulivo secolare

albero di ulivo secolare

Già dall’aprile 2013 a causa dell’espandersi di forti infezioni di questa fitopatologia (nominata “Male Oscuro”) anche in oliveti ben tenuti, la chioma verde di molti olivi appariva improvvisamente striata di chiazze marroni, come se un fuoco avesse seccato alcune porzioni del fogliame. E’ proprio in primavera infatti che le larve completano la metamorfosi in crisalide, e nel frattempo hanno scavato lunghe gallerie verso i rami più alti e teneri, spostandosi continuamente. Sono le larve a causare i danni maggiori e si riconoscono dalla presenza degli escrementi di colore rossastro in prossimità delle entrate delle gallerie.

La salute dell’olivo è l’aspetto che più interessa ed appassiona gli olivicoltori, un rapporto diretto, fisico, tra l’uomo e la pianta, qualcosa che travalica il semplice fine produttivo per sconfinare quasi in una forma d’amore che trae origine dalle radici stesse della tradizione popolare salentina. Ora, con l’autunno appena cominciato, tutti gli oliveti, da quelli delle grandi aziende olearie a quelli delle più piccole masserie, avrebbero dovuto popolarsi di intere famiglie coadiuvate da amici e braccianti impegnati nella stessa identica raccolta a cui le campagne salentine assistono da secoli, ma pare che quest’anno non possa essere così, a causa degli ingenti danni provocato dalla fitopatologia della falena leopardo, che ha “bruciato” gli olivi.

I cambiamenti climatici cui si sta assistendo, come l’aumento delle temperature medie e delle piogge autunnali, ma anche gli eventi estremi sempre più frequenti come le abbondanti precipitazioni, insieme alla grave crisi economica del comparto che ha reso insostenibili i costi delle potature necessarie per ridurre l’insorgere di patologie, hanno probabilmente consentito il diffondersi incontrollato di questo insetto che vive all’interno dei rami e delle branche, in cui scava gallerie interrompendo il circolo linfatico fino a causare il seccume.

L’olivicoltura di oggi richiede un impegno ed una professionalità tali, senza cui risulta difficile intravederne la sopravvivenza. Il “Forum ambiente salute” ha sollevato il problema anche sui danni che l’espansione della fitopatologia potrebbe procurare: considerata l’importanza economica degli olivi del Salento, i danni riguarderebbero oltre all’agricoltura, anche l’erboristeria, il turismo e l’ambiente. E, oltre il Salento, tutta l’Italia centro-meridionale.

L’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, il Dipartimento di scienze del suolo della pianta e dell’ambiente dell’Università di Bari, il Cnr, il Consorzio di difesa e dell’Ufficio provinciale dell’agricoltura di Lecce stanno già lavorando: il primo segno cui prestare attenzione è la presenza di rametti d’olivo molto giovani già disseccati. E’ possibile richiedere anche un intervento del Consorzio di difesa delle produzioni intensive provinciale: imprenditori agricoli, singoli privati, persone fisiche, giuridiche, enti, associazioni e imprese che operano in ambito agricolo, pretendono ora più che mai di sapere se il fenomeno è ancora limitato a soli pochi alberi, o se si hanno notizie diverse.

Solo approfondite analisi e indagini nei settori della Micologia, Batteriologia, Fitoplasmologia, Virologia, Entomologia e Acarologia, potranno dare un’idea su come porre rimedio al problema che sta colpendo gli olivi del Salento, e attivare progetti di innovazione per la salvaguardia dell’olivicoltura salentina a cominciare dall’eliminazione delle larve tramite una mirata lotta chimica. Il Salento in questo momento ha bisogno di ribadire l’importanza di un “rinnovo” nell’attività di filiera, con particolare riferimento ad alcuni aspetti relativi alla salute dell’olivo, attraverso il tentativo di “tradurre” determinati concetti tecnici, in un linguaggio comprensibile a tutti coloro che sono impegnati manualmente nel settore.

Video di aggiornamento Settembre 2014

Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo

4 pensieri su “Il Male Oscuro, una nuova fitopatologia minaccia gli olivi del Salento

  1. Domenico Vinci

    Ricordo che negli anni 70′ i vecchi potatori intaccavano il tronco degli ulivi con delle piccole accette, per togliere il seccume dall’albero. Oggi vorrei sapere chi è quel potatore che è capace di effettuare tale pratica. Sono decenni che non mi capita più di vedere alberi di ulivo scavati all’interno, come si usava anni fa.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.