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Le malattie dell’ulivo

L’olivo è una pianta particolarmente resistente, capace di vivere in condizioni di terreno sfavorevoli, il che ne ha fatto uno degli alberi più diffusi nell’area mediterranea e nel Salento, anche in territori in cui difficilmente altri tipi di colture sarebbero stati impossibili.

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Una pianta da amare e da curare con passione

E’ particolarmente sensibile al freddo, il che ne ha impedito la coltivazione nelle aree meno soleggiate ed al nord, dove la produzione dei frutti sarebbe stata scarsa in quantità ed in qualità.

Tuttavia anche l’ulivo ha le sue malattie, procurate da una serie di elementi, tra cui insetti e funghi che ne compromettono la crescita e lo sviluppo in alcuni casi, mentre in altri ad essere danneggiato è il frutto, con la conseguente scarsa o pessima qualità dell’olio che se ne ricava.

Tra gli insetti il più conosciuto e dannoso è certamente la tignola dell’ulivo, una piccola farfalla che si sviluppa in tre generazioni sulla pianta, erodendo prima i boccioli primaverili, poi insediandosi nel frutto in formazione, ed in seguito nell’apparato fogliare, prendendo di mira soprattutto le foglie giovani ed i germogli fogliari. Se la prima e la terza generazione sono poco dannose per l’ulivo e praticamente non sono combattute, l’insediamento della larva nel frutto invece causa i maggiori danni e viene perciò affrontato con l’uso di insetticidi. Le larve infatti provocano la caduta dei frutti precoce, sia al momento della penetrazione che quando la larva adulta fuoriesce dal frutto. Per riconoscerla, nelle olive cadute al suolo, si nota un foro all’altezza del picciolo, là dove la larva della tignola è fuoriuscita.

Un altro insetto che provoca gravi danni è la mosca dell’ulivo, che punge il frutto deponendo al suo interno un uovo da cui si svilupperà la larva che si nutre della polpa dell’oliva. Particolarmente sensibili sono i suoi attacchi alla pianta nei mesi successivi all’estate, settembre ed ottobre, in cui l’attività di deposizione della mosca si fa intensa.

L’oliva punta dalla mosca presenta una caratteristica macchia triangolare più scura sulla superficie del frutto, se è in prossimità della maturazione l’infestazione si riconosce dalla presenza di un foro da cui la larva fuoriesce e dalle gallerie che scava all’interno del frutto, dalla prematura marcescenza dell’oliva al suo appassimento vicino al picciolo. Le olive infettate dalla mosca vanno assolutamente scartate se si vuole che l’olio prodotto risulti buono, altrimenti è pessimo, per il grado di acidità elevato, l’aspetto rancido ed il sentore di muffa. La mosca dell’olivo si combatte con l’uso di insetticidi.

Il tarlo dell’ulivo è un altro insetto che danneggia fortemente i rami, scavandone all’interno gallerie in cui le larve si nutrono del legno e della linfa. Ciò può danneggiare pesantemente la pianta, indebolendone la struttura e pregiudicando la qualità e quantità del raccolto. Una buona manutenzione della pianta, potature ben fatte e regolari, il terreno mantenuto ben sgombro e pulito evitano che il tarlo si sviluppi facilmente.

La cocciniglia è un piccolo insetto dannoso perchè succhia la linfa delle piante e produce una sostanza dolciastra, la melata, sulla quale si sviluppa la fumaggine, un fungo in grado di ricoprire foglie e rami pregiudicando la crescita della pianta.

Oltre agli insetti anche diversi funghi attaccano la pianta dell’ulivo, il più grave è l’occhio di pavone o ciclonio, che attacca il sistema fogliare ed in generale le parti verdi della pianta. Ha un aspetto caratteristico quando si presenta sul fogliame, fatto da una macchia bruna circolare che ricorda il disegno presente sulle penne del pavone, da cui ha derivato il nome. La sua pericolosità consiste nel fato che le foglie attaccate deperiscono e muoiono e l’albero in questo modo si defoglia.

La carie o lupa è un infezione provocata da un fungo che si inserisce là dove la pianta è stata tagliata, provocando un deperimento del legno e la sua frantumazione, provocando delle cavità da cui deriva appunto il nome. Per evitarla è buona norma disinfettare i tagli delle potature con gli appositi mastici.

La tubercolosi dell’ulivo è una forma tumorale che cresce sui ramiprovocata da un batterio che si insinua nei rami là dove sono stati feriti, per esempio dalla grandine oppure dalla bacchiatura, la battitura dei rami per farne cadere i frutti.

Per la lotta alle varie infezioni si è adottato, in questi ultimi anni una importante variazione dell’intervento: una volta era “a calendario” ovvero si interveniva nel periodo determinato indipendentemente che la pianta fosse colpita o meno, oggi si preferisce la “lotta guidata e integrata”, per la quali si agisce solo al di sopra di una certa percentuale di danno cercando il più possibile di evitare l’uso di antiparassitari e concimi, e la “lotta biologica”, attuata con l’uso di insetti e batteri nemici naturali di quelli infestanti e dei loro prodotti, ormoni e tossine oppure con l’uso di trappole.

La Puglia

La Puglia è la regione che corrisponde al “tacco” dello stivale italiano, un territorio caratterizzato dalla presenza di una serie di altipiani la cui composizione è di roccia calcarea, con all’interno una estesa depressione pianeggiante, il Tavoliere delle Puglie.

Dall’antichità questa regione ha attratto l’uomo, tanto che in molti siti archeologici, nelle grotte e nelle profonde gole della regione si sono trovati resti di popoli preistorici, che vivevano in Puglia ancor prima che l’uomo avesse imparato a dedicarsi all’agricoltura. Terra di grandi migrazioni di popoli è stata approdo di popolazioni greche ed illiriche, che ne hanno fatto la loro base commerciale sulle estese coste, oppure si sono spinti nell’interno fondando vere e proprie civiltà, come i Messapi e gli Apuli.

La Puglia ha conosciuto un enorme sviluppo al tempo dei romani, grazie allo sfruttamento intensivo del suo terreno, all’apparenza aspro e difficile ma in grado di offrire a chi lo sa coltivare la immensa preziosità dei suoi prodotti, le olive e l’uva, l’olio ed il vino. Trampolino di lancio per le coste orientali oltre alla vocazionecntadina ed agricola le sue città portuali hanno visto innumerevoli viaggiatori, i crociati in partenza per la terra santa, i pellegrini, i greci in fuga dall’invasione dei barbari nei loro territori, fino ad oggi, quando ancora la Puglia è stata in grado di accogliere migliaia di albanesi in fuga dalla loro terra.

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ingredienti semplici, gusto sopraffino

Tutti i popoli che sono passati hanno lasciate ben impresse le loro tracce, castelli, torri, chiese e monumenti, monumenti sepolcrali e persino dolmen e menhir costellano il territorio pugliese, per i visitatori contemporanei una vera festa la quantità di luoghi ed attrattive da ammirare in Puglia.

Come dimenticarsi della suggestiva bellezza di Castel del Monte, o non restare suggestionati dai vicoli di Otranto, quanto è piacevole ammirare, pigramente distesi su una bella spiaggia una torre che domina sul mare con le sue imponenti mura, e che sembra quasi voler proteggere la nostra felicità?

La Puglia è stata anche culla di una forte religiosità, e proprio nei luoghi di culto si è condensata ed espressa l’arte con la devozione, la tecnica ardita di certe volute barocche con lo splendido lavoro di molti artigiani e scalpellini anonimi che hanno lasciato testimonianza del loro passaggio in molte delle chiese, dei conventi, degli altari e delle statue di cui ogni città, ogni paese sono fieri.

Le stesse anonime mani che hanno creato quelle splendide costruzioni, originali ed uniche al mondo, che sono i trulli, eccelso esempio di capacità tecnica applicata con la più povera delle risorse del territorio, la pietra.

E poi ancora il suo mare, splendido ed incontaminato, che solo da pochi decenni si è trovato al centro dello sviluppo dell’industria turistica, regalando quindi agli appassionati di spiagge e scogliere, di immersioni e sport acquatici tutta la gioia di una bella vacanza in luoghi ancora tutti da scoprire.

la differenza dell’olio pugliese

La Puglia è tra le regioni italiane la maggior produttrice di olio di oliva, con i suoi 50 milioni di alberi e la sua produzione che supera di gran lunga gli 800 mila quintali annui di prodotto.

La qualità dell’olio pugliese, e le sue caratteristiche che lo rendono differente dagli altri oli prodotti in Italia derivano da un insieme di elementi, di conoscenze, di metodi di coltivazione che ne hanno giustamente fatto uno dei più celebri, il famoso “oro di Puglia”.

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l’oro di puglia

Innanzitutto il territorio aspro ed arido degli altipiani pugliesi in cui la pianta dell’ulivo ha trovato un terreno ideale per il suo sviluppo, la breve distanza dal mare la cui brezza contribuisce ad accentuarne alcune caratteristiche di bontà e di sapore, ed il clima secco che protegge la pianta dalle insidie dell’umidità. Il territorio ideale favorisce inoltre la diffusione e la coltivazione di diverse specie di pianta di olivo, che offrono così una numerosa varietà di frutti, da quelle che producono l’olio migliore a quelle i cui frutti, sottoposti a processi di conservazione, la salamoia, la cottura sotto calce, l’appassimento in forno, sono inestimabili per il loro gusto.

L’ulivo in Puglia è coltivato rispettando rigidamente alcune regole nella potatura e nella forma che viene data alla chioma: l’albero viene tenuto basso e si accentua il suo sviluppo in orizzontale piuttosto che in altezza per permettere che la raccolta possa avvenire manualmente.

La raccolta manuale avviene ad ottobre, quando migliaia di persone addette si spandono negli oliveti, che sono stati tenuti puliti da un paziente lavoro di dissodamento e di eliminazione delle erbacce. Si appoggiano le scale sui rami più forti e si raccolgono le olive a mano o con degli speciali pettini che catturano i frutti. Tale metodo favorisce le buona qualità delle olive che non subiscono in questo modo scossoni eccessivi né traumi, come invece provoca la tecnica della bacchiatura, ovvero il percuotere con pertiche la pianta per farne cadere i frutti.

La raccolta manuale inoltre permette all’occhio esperto dei raccoglitori di selezionare da subito le olive buone da quelle danneggiate da malattie e funghi, e di valutarne e constatarne il giusto grado di maturazione.

La presenza e la diffusione dei frantoi sul territorio, di cui sono celebri quelli antichi, i frantoi ipogei, costruiti scavando una caverna le terreno, permettono che i frutti appena raccolti siano lavorati non più tardi di uno o due giorni dopo la raccolta, garantendo in questo modo la freschezza e la genuinità dell’olio prodotto.

L’olio pugliese dunque, grazie al territorio che ne favorisce lo sviluppo ed all’attenta opera dell’uomo, è tra i migliori da mettere sulla nostra tavola sia per il gusto pregiato che per le sue eccellenti qualità nutritive.

Le caratteristiche dell’olio pugliese

Le caratteristiche dell’olio pugliese sono determinate da tutta una serie di elementi che hanno fatto in passato, e fanno oggi, della Puglia, il maggior produttore di olio in Italia sia per la quantità di olio prodotto, per le sue qualità nutritive e salutari, e, non per ultima, la bontà e la fragranza.

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prodotti della tavola in Puglia

L’olio pugliese, ha un serie di gradazioni di colore che vanno dal giallo oro intenso al verde scuro, in origine il colore è più intenso, e con il tempo tende a schiarirsi. Alcune qualità di olio possono presentare un aspetto torbido che deriva da speciali tipi di produzione e lavorazione delle olive che intendono mantenerne inalterate alcune proprietà senza imporre all’olio processi di chiarificazione che lo privano di alcuni elementi, ma generalmente l’olio si presenta limpido e trasparente.

Le qualità organolettiche dell’olio extravergine pugliese sono contraddistinte dalla sua bassa acidità, che non può superare l’1%, in tal modo ne vengono garantite sia la bontà che la durata della sua conservazione. L’olio contiene alcune sostanze ed elementi che sono di fondamentale apporto per la nostra salute, l’acido oleico, tocoferolo, un potente antiossidante, caroteni e vitamina E, che influiscono in particolare nella prevenzione dell’invecchiamento e delle malattie degenerative.

La qualità dell’olio, ciò che lo rende così speciale e prelibato deriva anche e soprattutto dalle tecniche di raccolta e di lavorazione delle olive, che nella regione viene fatta esclusivamente a mano, dando la possibilità agli operatori di selezionare i frutti, di scartare quelli malati o danneggiati, per evitare che il prodotto finito non sia della qualità voluta e compromesso da muffe e fermentazioni.

E poi, la bontà: quando stappate una bottiglia di olio pugliese sentite fuoriuscire una poesia di aromi, che ricordano il fresco profumo dell’erba, la fragranza della macchia mediterranea e la frutta.

Se poi lo assaggiate, un filo di olio su un cucchiaio, così com’è, crudo, oppure su un pezzo di pane fragrante ne sentirete il gusto prelibato. Al primo impatto fruttato, morbido e avvolgente, e, nelle qualità più intense, un leggero pizzicore, un retrogusto gradevolmente amaro e qualche nota piccante.

Se il modo migliore di sposarlo ai piatti è quello di aggiungerlo da crudo e a fine cottura, per mantenerne inalterati i profumi, anche se cotto l’olio di oliva pugliese mantiene intatte le sue proprietà, persino alle alte temperature della frittura, garantendo così al consumatore la qualità e le proprietà salutari del prodotto.

Un bonsai d’olivo…

Originario del Caucaso l’ulivo ha trovato nell’area mediterranea, una volta importato, il terreno ideale per il suo sviluppo, ed è stato parte integrante della cultura dei popoli che si affacciano sul mare, sia sulle coste dell’Asia Minore che quelle africane, la Spagna, la Francia, la grecia e naturalmente, l’Italia.

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L’olivo può diventare un bellissimo bonsai

Non solo è particolarmente generoso di frutti da cui si estrae uno dei migliori oli alimentari, l’olio di oliva, ma l’albero in se è molto bello da vedere, con la sua chioma sempreverde di minute foglie cangianti, verdissime ed argentate ad un tempo, e, soprattutto gli esemplari più vecchi, per le incredibili e fantastiche forme che assume il tronco. L’olivo è stato in questo senso fonte di ispirazione di pittori ed artisti, dall’arte vasaria etrusca ai pittori impressionisti francesi, tutti hanno ritratto l’ulivo, ammaliati dalle sie belle, tortuose e pittoresche forme.

Anche l’antica arte giapponese del bonsai, la tecnica per cui si fa crescere una pianta nel rispetto delle sue forme tentando però di mantenerla di dimensioni ridotte, senza che questo ne pregiudichi le funzioni vitali, si è accorta della bellezza dell’ulivo e ne ha fatto una delle piante favorite di questo speciale tipo di pratica.

Gli amanti del bonsai scelgono l’ulivo per alcune interessanti caratteristiche della pianta: dal fogliame, ricco e presente tutto l’anno, alla facoltà che ha la pianta dell’ulivo di emettere abbondanti germogli là dove viene potata, permettendo così di far sviluppare con relativa facilità la chioma nella forma voluta. La forma del tronco inoltre, contorto e capace di assumere curvature e pieghe eccezionali ne fanno un’ottima pianta da deformare secondo le tecniche più rigide del bonsai, tra le quali la legatura dei rami con filo metallico per imporre a questi la crescita nella forma desiderata.

La coltivazione dell’olivo in vaso, anche in forma di bonsai deve in ogni caso rispettare alcune esigenze fondali della pianta dell’olivo: l’esposizione al sole che deve essere garantita per molte ore, evitando però d’estate un’esposizione eccessiva al sole pomeridiano; l’innaffiatura, che deve essere poco abbondante ed applicata solo quando il terriccio risulta quasi completamente asciutto. Il terreno deve essere morbido e ben drenato, facendo in modo che non si possano verificare stagnazioni dell’acqua.

La potatura può essere essere eseguita sia d’estate che d’inverno, nei momenti in cui la pianta è in un periodo vegetativo e non è sottoposta a sforzi. Un accorgimento se si potano rami grossi è quello di lasciare qualche rametto con fogliame in punta, perchè l’olivo tende a perdere l’afflusso di linfa nei rami tagliati (il ritiro di linfa) che quindi possono seccarsi, le foglie lasciata svolgono la funzione di continuare a richiedere linfa e stimolarne il flusso.

10 consigli per preferire l’olio di oliva extravergine pugliese

Ecco una serie di consigli per tentare di convincervi delle qualità e della bontà dell’olio pugliese:

1 E’ genuino: la Puglia è il maggior produttore di olio per via dell’enorme estensione dei suoi uliveti, che sono diventati nel corso dei secoli parte integrante e preziosa del territorio. Da qualche anno l’olio pugliese ha conquistato la Denominazione di Origine Protetta DOP che ne certifica la genuinità e la provenienza sicura.

2 E’ buono: si sposa con le vostre pietanze, con le vostre minestre, a condire le vostre insalate dando alla vostra cucina quel tocco in più che rende anche i piatti più semplici un festa per il palato.

3 E’ profumato: una volta stappata la bottiglia provate ad accostare il naso, vi si libereranno aromi e fragranze che sanno di foglie e di erba, di frutta e di mare, ancora prima di assaggiarlo ne sarete ammaliati.

4 E’ sano: l’olio di oliva è parte integrante ed insostituibile della cosiddetta “dieta mediterranea” universalmente riconosciuta come tra le più nutrienti e sane per la salute a livello mondiale.

5 E’ vario: tra le produzioni potete scegliere quello che più si confà ai vostri gusti, giallo chiaro e dal leggero aroma fruttato, oppure verde intenso e dal gusto potente e persistente, leggermente amaro e piccante. Ne potete anche tenere più qualità, a seconda dei piatti su cui lo volete servire.

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olio di oliva e mare, i piaceri della Puglia

6 E’ poco acido: l’olio extravergine pugliese non supera l’1% di acidità, il che ne fa un ottimo prodotto per la salute e che si può conservare per lunghi periodi. La bassa acidità infatti impedisce e ritarda l’ossidazione dell’olio.

7 E’ selezionato: la raccolta delle olive che avviene oggi come secoli fa rigorosamente a mano fa si che il contadino possa scegliere i frutti, scartando quelli danneggiati o malati. In tal modo la qualità dell’olio che esce dal frantoio è eccelsa, senza il pericolo di sapori di muffa od un eccessiva e dannosa acidità.

8 Va bene per friggere: contrariamente al pensiero comune l’olio di oliva è l’ideale anche per la frittura perchè anche alle alte temperature la struttura molecolare dell’olio non subisce trasformazioni e variazioni che rendono gli altri oli alla lunga più nocivi e pesanti.

9 E’ fresco: la distribuzione capillare dei frantoi sul territorio pugliese permette una rapida lavorazione dei frutti raccolti, nell’arco temporale di massimo due giornate, ciò garantisce che l’olio sia di ottima qualità, perchè le olive vengono lavorate prima che intervengano i primi segni di deperimento organico.

10 Ha un ottimo rapporto qualità prezzo: naturalmente questo è vero se riuscite a bypassare la grande distribuzione che ne fa lievitare a dismisura il prezzo. Se ne avete la possibilità concedetevi un viaggio in Puglia alla ricerca dei piccoli e medi produttori, potrete assaggiarne diverse qualità e diventare un affezionato cliente. Praticamente tutti i produttori hanno un servizio efficace di distribuzione dell’olio che copre tutta l’Italia ed anche l’estero. L’olio pugliese a domicilio è un piacere da non mancare.

Vacanza in Salento e profumo dell’olio extravergine di Puglia

Concedersi una vacanza in Puglia, e più precisamente una vacanza nel Salento è una di quelle occasioni imperdibili per chi cerca momenti di calma e relax, di piacere e di dolce far niente, di cura di se e di immersione nella bellissima natura.

Il Salento, e le sue terre offrono al visitatore ed al turista, condensati in un territorio di vaste ma non enormi dimensioni tutto quello che può desiderare. Mari puliti e pescosi, che si affacciano sulle alte scogliere come a Santa Maria di Leuca e ad Otranto, o le cui onde si adagiano languide ed invitanti sulla sabbia finissima di spiagge immense la cui fine si perde all’orizzonte, come nelle zona di Gallipoli.

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L’olivo, caratteristica pianta dele paesaggio salentino

Piccole e grandi cittadine che offrono a chi le visita suggestive emozioni per la loro bellezza, paesi medievali nei quali avventurarsi tra le caratteristiche vie e vicoli stretti della tipica urbanistica medievale, oppure la magnificenza del barocco leccese, un’esplosione di movimento, decorazioni, arte pittorica e scenografica. E poi ancora, castelli merlati e torri, innumeri torri una volta erette a guardia del mare e che oggi, secolari sentinelle, si occupano solo più di sorvegliare i bagnanti in festa per tanta bellezza. E poi la cucina, tra un bagno e l’altro, per rifocillarsi da una visita ad un splendida chiesa o ad un castello, perchè non concedersi un magnifico pranzo o una lauta cena? Una nutrita varietà di cibi di una cucina semplice per ingredienti ma che ha saputo diventare un esempio di raffinatezza per i gusti ed i profumi che emanano dai bellissimi piatti di orecchiette con le cime di rapa, dai pesci arrostiti appena usciti dal mare, dal buon pane di grano duro velato da poche gocce del meraviglioso olio salentino.

Ed è proprio l’olio del Salento a fare la parte del leone nella cucina delle Terre d’Otranto, un olio dall’intenso colore verde, fruttato, dalla profumata fragranza in cui si mescolano gli odori delle erbe spontanee e la brezza del mare, un olio leggero e nutriente, ricavato dalle varietà locali di olivo, la Cellina e la Ogliarola, le quali hanno fatto meritare all’olio salentino la Denominazione di Origine Protetta, l’importante marchio DOP per gli oli delle Terre del Salento.

Poche gocce od una generosa colata danno ai piatti della cucina salentina quella particolare bontà che li rende indimenticabili.

L’olio di oliva in Puglia

L’ulivo è una pianta le cui origini risalgono alla notte dei tempi, alcuni esemplari di foglie fossili rinvenuti risalgono addirittura a 6000 anni fa, quando tracce del suo uso sono certificate in Palestina e Siria.

Da sempre una delle risorse dell’agricoltura mediterranea l’olivo, ed il suo prodotto principale, l’olio è stato al centro di intensi commerci e scambi tra i popoli, nonchè, in alcune regioni, una delle principali, e talvolta l’unica, tra le risorse economiche.

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L’olivo, bello e generoso…

La pianta dell’olivo ha saputo ben adattarsi al territorio dell’area mediterranea, e, nel corso di almeno tre millenni ha profondamente inciso sul paesaggio e sulla natura dei luoghi dove mano a mano iniziava la sua coltivazione.

Introdotto intorno al 1000 Avanti Cristo in Italia dai greci, gli etruschi sono stati i primi a dedicarsi alla sua coltivazione ed alla produzione dell’olio. Pian piano tale coltura si è diffusa su tutto il territorio italiano, dalla Liguria alla Toscana, giù fino alla Puglia, la Calabria, la Sicilia.

Sul territorio carsico che caratterizza la Puglia l’ulivo ha trovato una delle sue collocazioni ideali. Terra aspra e dura, difficile da coltivare, ma in cui le radici di questa tenace pianta sanno inserirsi con forza, terra raggiunta dalle brezze del mare poco lontano, che trasporta con se il profumo ed il salmastro delle acque limpide dell’Adriatico meridionale e dello Ionio. Una miscela di terra, sole e mare che, insieme alla millenaria sapienza di antichi e moderni agricoltori e contadini permettono al frutto dell’ulivo di diventare, una volta lavorato uno dei più squisiti prodotti che la terra di Puglia sa offrire.

L’olio pugliese già famoso e conosciuto nell’antichità, per il cui controllo dei traffici e delle coltivazioni si sono addirittura combattute aspre e sanguinose guerre è uno dei più prelibati prodotti della regione, e la sua fama ha di gran lunga valicato la stretta area della regione ed oggi è esportato praticamente in tutto il mondo. Grande aziende produttrici e piccole realtà locali di produzione fanno a gara nella ricerca e nella produzione, utilizzando moderne tecniche di spremitura oppure ripristinando antichissime usanze, con il risultato che la qualità dell’olio pugliese continua a migliorare e ad estasiare i palati dei buongustai di tutto il mondo.

L’olio di oliva è alla base della famosa “dieta mediterranea”, che è universalmente riconosciuta come una delle diete più sane e nutrienti che si conoscano.

L’olio del Salento

L’olio del Salento deve la sua fortuna, la sua prelibatezza e la sua bontà alla particolare miscela di elementi che caratterizzano il territorio salentino.

Posta tra i due mari dell’Adriatico ad est e dello Ionio ad ovest il Salento è caratterizzato da un territorio particolarmente aspro, secco, in cui la roccia carsica apre improvvisi squarci nel terreno, con altipiani in cui campi coltivati, vigneti ed uliveti affiorano tra le rocce, frutto del secolare e paziente lavoro di generazioni di contadini.

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Un colore splendido, un gusto prelibato

La presenza del mare poco lontano che la pianta dell’ulivo ama ne favorisce la crescita e ne arricchisce ulteriormente il gusto.

Gli olivi coltivati in Salento sono per la maggior parte della specie Cellina di Nardò ed Ogliarola, la prima caratterizzata da piante rustiche e di crescita lenta, e dai frutti dai quali solo a completa maturazione si può estrarre l’olio. La Cellina è una varietà di pianta d’olivo di alta resa, e di media produttività, caratterizzata dai frutti dalla forma ellittica e leggermente irregolare nella sua simmetria.

L’Ogliarola, la seconda varietà da cui si estrae l’olio nel Salento, è invece di crescita rapida e della stessa robustezza della Cellina, produce abbondanti frutti dalla forma perfettamente ellittica e simmetrica che producono un olio universalmente riconosciuto per la sua bontà, e la resa in percentuale è molto elevata.

L’olio del Salento ha conquistato la Denominazione di Origine Protetta per l’alta qualità del prodotto, con il nome di Olio delle Terre d’Otranto. Le olive vengono ancora oggi raccolte a mano, evitando alla pianta i traumi e gli scossoni della raccolta che si effettua tramite percussione dei rami, ed immediatamente macinato e lavorato negli impianti di produzione, moderne aziende industriali o antichi frantoi dalla tecnica tradizionale, per ottenere il miglior olio possibile, uno degli alimenti base della nostra cucina e della sana e nutriente dieta mediterranea.

L’olio salentino è rigorosamente extravergine, e la sua percentuale di acidità non supera mai l’1 %, il che lo rende un alimento ideale per accompagnare le nostre pietanze, le nostre minestre e le nostre insalate. Vista la sua forza ed il suo gusto ne bastano appena qualche goccia, un filo d’olio aggiunto crudo poco prima di servire in tavola per dare ai nostri piatti quel tocco in più.

L’olio di oliva a Lecce

Lecce, la magnifica capitale del barocco, famosa per le piazze scenografiche sulle quali si affacciano, come fondali di un teatro le bellissime facciate di palazzi e chiese seicentesche è anche una delle capitali della produzione di olio pugliese.

Situata nel cuore delle Terre d’Otranto, l’antica circoscrizione del Regno di Napoli, che comprendeva le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, è poi diventata, dopo l’unità d’Italia, Provincia di Lecce.

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Olive, olio e mare, la bellezza della Puglia

E la Denominazione di Origine Protetta è stata data all’olio Terre d’Otranto, l’olio leccese e delle zone circostanti, un etichetta meritata per la qualità e la bontà di questo olio, ricavato dalla coltivazione dell’olivo in vaste aree del territorio, un’attività che vanta secoli di storia, da quando greci e romani, i promi colonizzatori dell’area ne hanno introdotto l’uso e la produzione nell’aspro terreno carsico che contraddistingue le terre del Salento.

Un olio di media fluidità, generalmente tendente più al verde che al giallo, dal sapore decisamente fruttato, in cui non stonano, ma anzi ne esaltano la bontà, un certo sentore amaro e talvolta un leggero pizzicore piccante.

La raccolta delle olive, nel leccese avviene dall’ottobre inoltrato e non si prolunga oltre la fine di gennaio. Le sue eccelse qualità sono anche il risultato dell’amore con cui vengono raccolti i frutti, rigorosamente a mano o con semplici strumenti atti a pettinare i rami per farne cadere i frutti. Sarebbe impossibile e dannoso d’altronde utilizzare altre tecniche come la bacchiatura che consiste nel percuotere i rami con lunghe pertiche per farne cadere i frutti sulle reti poste alla base dell’albero. Gli alberi d’olivo leccesi e delle Terre d’Otranto sono alberi secolari, che hanno saputo sopportare il passaggio del tempo, le variazioni climatiche, siccità e caldo torrido, resistendo a tutte le intemperie per donare all’uomo il loro prezioso prodotto. Resistenti e robusti, e proprio perciò da trattare con il dovuto rispetto e riguardo, come appunto è garantito dalle delicate tecniche di raccolta manuale. L’olio leccese non supera l’1% di acidità, ed i frutti sono lavorati freschissimi, grazie all’abbondanza di aziende e frantoi che si occupano di trasformare le olive nel magnifico olio, sia con le moderne tecniche di lavorazione, gli impianti a ciclo continuo, sia con le più antiche e tradizionali tecniche della macina di pietra e del torchio.

Se siete in vacanza nel Salento non mancate di visitare il frantoio di qualche piccolo produttore locale, ne saranno premiati i vostri sensi ed il vostro palato, e potrete prenotare qualche litro d’olio da farvi spedire a casa, così da portare con voi un’indimenticabile ricordo di questa bellissima terra.